LORENZA GUERRA – Il tentativo di suicidio e il suicidio in adolescenza: senso di vuoto e bisogno di annullarsi

 

Dott.ssa Lorenza Guerra

Sala Livatino, Bologna.

 

L’adolescenza rappresenta un momento di forti cambiamenti, sia da un punto di vista fisico che da un punto di vista psicologico.
I genitori, spesso, riferiscono di non riconoscere più il figlio, è cambiato e non vuole più parlare con loro come faceva in precedenza.
Quando questa chiusura è fisiologica e quando invece vi sono alcuni sintomi da non sottovalutare?
Il tema del suicidio e del tentativo di suicidio rappresenta un tabù, un argomento che non si vorrebbe mai trattare, svela antiche paure, ma nonostante le resistenze, questa è una realtà che va, invece, discussa e capita, per poter essere affrontata.
Durante l’infanzia è molto raro che il bambino fantastichi sulla propria morte, ma quando si affaccia il periodo adolescenziale, il ragazzo può avere ideazione riguardo la propria fine, ma questo non significa che attuerà il pensiero; possiamo dire che è normale un certo tipo di fantasia in questa età, nella quale l’individuo deve rispondere a domande importanti, come chi voglio essere e chi sono.
Vi sono momenti in cui alcuni sintomi possono comparire ed essere scambiati per segnali d’allarme, come una maggiore chiusura del soggetto, sbalzi umorali repentini,facile affaticabilità e minore motivazione.
Questi segnali possono rappresentare la reazione a grandi cambiamenti ed essere del tutto fisiologici, ma quando bisogna cominciare a prestare maggiore attenzione?
Quando queste manifestazioni cominciano ad essere sempre più presenti, ad essere pervasive e molto intense e ostacolano il percorso di crescita dell’adolescente, allora,sia da parte dei genitori che degli insegnanti, è utile un riguardo particolare.
Ci possono essere fattori di rischio e di protezione per quanto riguarda il fenomeno del tentativo di suicidio dell’adolescente, una patologia psichiatrica, un precedente tentativo di suicidio, una scarsa coesione familiare, fenomeni di bullismo ed emarginazione da parte dei coetanei.
E’ sempre da considerare l’ambivalenza del pensiero suicidario del ragazzo, il soggetto allo stesso tempo, vede la morte come l’unica via d’uscita ma spera anche che qualcuno se ne accorga e scongiuri l’atto.
Vi sono fenomeni in crescita sempre maggiore tra gli adolescenti, fenomeni di autolesionismo, che possono spaventare molto chi vive con loro.
Sono manifestazioni di disagio che, però, non necessariamente porteranno ad un tentativo di suicidio, anche se non sono da sottovalutare, in quanto sono sintomo di un disagio profondo che attanaglia l’adolescente.
Sono spesso mezzi per allentare la tensione e affrontare le frustrazioni, per riconoscersi e darsi un’identità.
Sono, inoltre, presenti altre tipologie di disturbi che accompagnano i pensieri di tipo
suicidario: i disturbi del comportamento alimentare sono in costante aumento e spesso sono una modalità trovata dal soggetto per affrontare i problemi che non è riuscito ad affrontare in altro modo; anche l’utilizzo di sostanze stupefacenti, come l’alcol, aiutano, in un primo momento, l’adolescente a superare le proprie paure e insicurezze.
Sul territorio nazionale sono presenti servizi che vengono in aiuto dei giovani in difficoltà, ed è indispensabile ricordare come il sostegno psicologico al ragazzo e alla sua famiglia possa risultare un aiuto importante per trovare un canale di comunicazione del proprio disagio.

 

Per informazioni e prenotazione: 3472263574

 

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